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domenica 10 aprile 2011

La nona di Mazzarri

Il sogno di 20.000 cuori al Dall'Ara e di milioni sparsi per l'Italia e per il mondo si è realizzato.

Il Napoli risponde presente all'appuntamento con una prova di spietata maturità e concretezza e infrange altri record e tabù: nona vittoria in trasferta, prima vittoria di Mazzarri nella "sua" Bologna, primo gol di Mascara con la maglia azzurra (centesimo tra i professionisti!), gol numero 10 di Hamsik.

Il Bologna prova a giocare con grinta, non è affatto arrendevole come invece sabato scorso a Brescia, mette agonismo in campo ma poco più: gli azzurri dominano senza troppa fatica l'impeto agonistico degli avversari e alla prima vera occasione "matano" il Bologna anche senza il Matador... Mezzora di gioco e Pazienza apre con un sontuoso cambio di gioco verso un treno ad alta velocità chiamato Maggio, il quale affonda da par suo, pesca in area il Pocho che, pur non potendo arrivare ad indirizzare la palla verso la porta, la tocca di tacco disorientando Viviano che la smanaccia sui piedi di Mascara che di rapina chiude in porta.

Esplode il San Paolo...pardon! Il Dall'Ara quasi tutto azzurro sembra Fuorigrotta e la mazzata dell'ex catanese tramortisce un Bologna che poco ha mostrato anche prima del gol azzurro.

Imbambolati dal colpo, i bolognesi non riescono a creare alcun imbarazzo alla difesa azzurra e, quasi come il gatto col topo, un altro cambio di gioco, stavolta di Ruiz, pesca soli soletti, fianco a fianco, Hamsik e Lavezzi soli davanti a Viviano che sembrano quasi ostacolarsi a vicenda: Marek in uno dei suoi eccessi di altruismo che lo rendono unico, vuol far segnare il Pocho, che viene atterrato da Viviano. Rigore!

Marek sigilla la fine del primo tempo, la partita e, da un certo punto di vista (la storia ci dirà quale) il campionato azzurro, trasformando il 2 a 0 che rende la ripresa una lunga attesa del fischio finale.

Il Bologna prova a dare un senso alla sua presenza in campo, in parte ci riesce: Di Vaio, che nel primo tempo si è scornato invano contro Cannavaro, va a cercare fortuna dal lato di Campagnaro, certamente meno attento del capitano azzurro e qualche pericolo ne esce, ma l'attaccante bolognese oggi non riesce ad incidere come sa e quindi i ritmi si abbassano man mano che i minuti passano e il Bologna spreca quelle rare occasioni che gli capitano di tanto in tanto.

Gli ultimi 20 minuti sono quindi poco più che una passerella, un tuffo nella gioia, nell'entusiasmo di chi, come me, rivive emozioni lontane 20 anni che sembrano vicinissime e di chi, troppo giovane o non ancora nato allora, scopre per la prima volta la gioia e il significato di un Napoli che onora la maglia e la città, vince e sogna.

Sia ben chiaro: per me tutto questo è e resterà straordinario, leggendario, indipendentemente dalla classifica che leggeremo il 22 maggio alle 22.30. Un Napoli così, anch'io che ne ho visti tanti e qualcuno fortissimo, sembra diverso da tutti gli altri, forse simile, come idea e come logica di gioco, solo al Napoli "olandese" di Vinicio, magari meno spettacolare ma più concreto: di certo non si è mai visto una squadra con un carattere che sembra forgiato nell'acciaio, che non si arrende mai, che lotta, di spada e di fioretto, col cuore e con la classe.

Un posto in Champions (con 8 punti di vantaggio sulla quarta a sei giornate dalla fine) è già uno scudetto, da difendere già domenica prossima contro una inferocita Udinese! Grazie ragazzi, grazie Mister, grazie Napoli!

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