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sabato 30 aprile 2011

Un sogno che sembra vero...



... io sono lì, alle sue spalle... alle loro spalle...quasi non ci credo, ma cerco di vivere la situazione nel modo più naturale possibile e, soprattutto, come mio abituale costume in queste situazioni, cercando di godermi la scena senza essere invadente, senza turbare la loro gioia, i loro discorsi a cui, non so precisamente per quale coincidenza, ho la possibilità di assistere...

...i ragazzi stanno discutendo e scherzando animatamente, non con cattiveria...solo con partecipazione e con quell'umorismo tipico di quei ragazzi che si divertono a stare insieme tra loro, a prescindere dal motivo principale. lavorativo, che li tiene insieme in quella situazione...

A un certo punto poggio la mia mano sulla spalla di uno di loro, giusto per cercare di capire meglio perchè stanno ridendo, cosa si stanno dicendo e ammiro la bellissima maglia azzurra che lui indossa, che conosco per averla comprata e indossata con orgoglio più di una volta.

Lui sta ridendo di gusto...gli chiedo qualcosa, tipo "Edi! Edi! Ma dai!", come a volergli dire "Ma fammi capire...perchè ridete così tanto?"

A queste parole Edinson si gira verso di me e all'improvviso smette di sorridere e assume un'aria molto seria, mi guarda negli occhi e sta per dirmi qualcosa...

Là per là temo che voglia rimproverarmi per la mia "intrusione" nella cerchia del suo gruppo, a cui peraltro sono stato invitato a partecipare per una giornata particolare, ma in realtà quello che tutto il mondo ormai conosce come il Matador mi lascia folgorato con queste parole: "Sai Antonio, mi stai facendo rendere conto che se non fossi una persona famosa, io non mi permetterei mai di darti le spalle..."

Come a dire: "Mi sento proprio un maleducato in questo momento ed è una cosa che mi dispiace molto..."

Resto un attimo interdetto dalle sue parole...

"Sì, voglio dire... un amico non lo fai stare di spalle...lo fai stare di fianco a te...vieni in mezzo a noi, su...dimmi una ragione per cui non dovresti stare in mezzo a noi, adesso...!"

Io lo guardo e resto sbalordito...vorrei rispondergli, ma la semplicità delle sue parole mi ha completamente disarmato, per cui mi avvicino, ammirato adesso non dalla bravura del calciatore, ma dall'immensa umiltà dell'uomo che sto avendo la fortuna di conoscere come persona...

Passano alcuni minuti e la "riunione di spogliatoio" termina... c'è il "rompete le righe" tra i ragazzi e alla spicciolata tutti si avviano a piedi a piccoli gruppi nei dintorni del centro tecnico, che, mi guardo intorno, e assomiglia tanto alla strada che congiunge il luogo dove lavoro al ristorante dove trascorro piacevolmente le mie pause durante l'ora di pranzo.

Io vado per raggiungere di nuovo Edinson...ho ritrovato la parola e gli dico: "Veramente una ragione valida per cui tu mi davi le spalle c'era... Quello è il tuo gruppo, sono i tuoi compagni...io mi sono sentito onorato di stare con voi oggi, ma io sono così...conosco il rispetto dei limiti e dei ruoli...io non sono un vostro compagno di squadra...e mi sembrava giusto rispettare la vostra complicità senza essere invadente...certo ero curioso di sapere perchè ridevate così tanto, ma parlavate in spagnolo e non vi capivo perfettamente, però per me era naturale lasciarvi a ridere tra di voi...era una cosa comunque vostra...mi capisci?"

Edi mi guarda sorridendo, come a dire "Sì, ho capito...e ti ringrazio..." poi una collega di lavoro mi ferma perchè mi vuole comunicare una notizia che la riguarda, che la rende felice e la vuole condividere con me, così, mentre lei mi parla felice, Edi e i suoi compagni si allontanano, desiderosi di tornare a casa dalle loro famiglie.

Quando finisco di parlare con la collega sono a qualche centinaio di metri di distanza...cerco di raggiungerli un'ultima volta giusto per salutarli...la salita è lunga e io (ahimè!) non sono più così "atletico" come i ragazzi...se mai lo stato in vita mia...

Alla fine bene o male raggiungo la maggior parte di loro e poi le nostre strade si dividono di nuovo...

Rientro per un attimo nel centro tecnico, giusto per imbattermi in un mio collega, Lorenzo, che sta preparando in una bellissima cucina a vista un po' di cose buone per la cena del suo compleanno e per vedere la scena dei ragazzi delle giovanili del Napoli che rientrano con i loro bagagli dopo un giorno di libera uscita per avviarsi verso le camere del ben noto hotel a loro riservate in vista di una nuova settimana di lavoro, accompagnato per l'occasione dallo sguardo affettuoso del personale del ristorante, i miei amici che incontro ogni giorno a pranzo, di un magazziniere e del vice di Mazzarri, Frustalupi...li guardiamo tutti orgogliosi, questi ragazzi, sapendo che tra loro ci sono i campioncini che domani porteranno in alto l'onore della maglia azzurra. 

Buon riposo, ragazzi! Domani inizia un'altra settimana di duro lavoro per crescere e diventare calciatori veri... 

...e a quel punto suona la sveglia... il mio riposino del sabato pomeriggio è finito...sono nel mio letto, a casa mia ...e tra due ore c'è Napoli Genoa!

Grazie Edi, grazie ragazzi...sono stato davvero bene in vostra compagnia!

1 commento:

  1. e qui chioserei con un opportuno:
    "Si è nu sunno nun me scetate!"

    Non solo la champions oramai quasi certa ma anche e sopratutto le emozioni e la pelle d'oca che ci hanno accompagnato in questi 9 mesi rendono il tuo, il mio, il nostro sogno...una meravigliosa realtà.
    Spero solo che il Presidente non ritenga raggiunti gli obiettivi e che anzi, si prodighi a prefiggersene altri affinchè noi si continui a sognare e magari sogneremo anche lui al nostro fianco.

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