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mercoledì 27 aprile 2011

Scenari europei e mercato

E' stato molto istruttivo seguire ieri sera la prima semifinale di Champions che ha visto i tedeschi dello Shalke 04 ospitare il Manchester United: vittoria degli inglesi, per 2 a 0 alla loro dodicesima (!!!) semifinale al cospetto dei tedeschi al loro primo appuntamento a questi livelli.

Nonostante il calore eccezionale dei tifosi tedeschi, felici di vivere un sogno e costantemente a supporto della squadra, il Manchester ha offerto una autentica lezione di calcio e se fosse finita 8 a 0 per gli inglesi non ci sarebbe stato alcuno scandalo, visto il dominio assoluto dei reds di Manchester che sin dai primi minuti hanno letteralmente intimidito a suon di giocate di classe dei vari Rooney, Chicharito, Giggs, ecc. gli spauriti avversari che hanno dovuto ringraziare quell'autentico fuoriclasse che hanno in porta, il ventenne Neuer, titolare della nazionale tedesca già dai mondiali dello scorso anno e (pre)destinato a diventare il portiere più forte dei prossimi 15 anni e uno dei più forti di tutti i tempi.

Durante la partita di ieri, ho rivisto nello Shalke le stesse paure, le stesse difficoltà, gli stessi balbettii del Napoli degli ultimi tempi: quelle paure, quelle difficoltà che si presentano quando una squadra o un'atleta hanno gareggiato a lungo sul filo dei propri limiti e oltre, spingendoli tanto più in là rispetto alle previsioni della vigilia che arriva all'improvviso il conto dei propri limiti.

Ieri lo Shalke aveva tutti i presupposti per fare bene: i risultati strabilianti di quest'anno (tra cui il 5 a 2 in casa dell'Inter campione uscente), il calore del pubblico, la forza  di chi non ha nulla da perdere di fronte ad un avversario "obbligato" a vincere far fede al suo blasone...eppure in campo lo Shalke ha offerto 90 minuti di totale impotenza, una squadra irriconoscibile rispetto al team organizzato e quadrato che ha offerto spettacolo fino ai quarti.

Nello sport l'esperienza (e l'inesperienza) conta, sul fisico e sulla mente: lo so che bruciano le due sconfitte contro Udinese e Palermo, ma quando compi gli sforzi fisici e nervosi che ha compiuto il Napoli per raggiungere e mantenere livelli di gioco e di risultati sulla carta irraggiungibili, prima o poi (spesso più poi che prima) paghi e la sconfitta di Palermo, come temevo già nel mio intervento di giovedì scorso, è stata figlia della terribile delusione vissuta contro l'Udinese...come quella palla, quell'errore, che il tennista meno esperto compie dopo aver già sbagliato un match ball perchè non si è ancora ripreso dal fallimento del colpo precedente.

Ne ho viste, nello sport e nel calcio, di situazioni del genere...e le ho anche raccontate su questo blog non per "portare sfortuna"...ci mancherebbe! Ma per cercare di spiegare, a chi ha visto meno sport e meno calcio di quanto ne ho visto io, quali possono essere i delicati meccanismi che possono fare la differenza tra un ottimo atleta (o un'ottima squadra) e un grande atleta (ed una grande squadra): il Milan, nel momento in cui tutti aspettavano la sua caduta, si è compattato al massimo, pur dovendo rinunciare a molti suoi pezzi pregiati, dopo i passi falsi con Bari e Palermo, nel momento più delicato della stagione e non ha più concesso nulla a nessuno.

E adesso? Dalle voci, spero veritiere, che mi arrivano dagli spogliatoi azzurri, sembra che i ragazzi si stiano riprendendo e ricompattando: hanno capito che il loro sogno (giustamente coltivato in questi mesi!) è svanito (cosa che non avevano ancora realizzato, come temevo, dopo la sconfitta con l'Udinese) ed ora si stanno "riprogrammando" mentalmente e psicologicamente per riprendere a combattere col coltello tra i denti per non perdere una posizione e un risultato che comunque rappresenterebbe il coronamento di una stagione fantastica e da ricordare!

Personalmente ho molta più fiducia oggi rispetto alla scorsa settimana quando "sentivo" i ragazzi ancora sotto l'effetto del tremendo "gancio" ricevuto dall'Udinese in pieno volto.

Ho fiducia anche perchè il Presidente ha capito il momento delicato e ieri si è fatto vedere a Castelvolturno sia per "gestire" il presente, rimotivando la squadra e incoraggiandola in vista del rush finale, sia per continuare quel lavoro di impostazione della stagione prossima, già iniziato col summit del lunedì successivo alla partita con l'Udinese.

Mi sembra, dalla ultime dichiarazioni di ieri e della scorsa settimana, che la società si stia preparando su alcuni scenari futuri, con o senza Mazzarri, con o senza Champions, con Champions diretta (secondo o terzo posto) o attraverso preliminari (quarto posto).

E' chiaro che in questo momento Mazzarri vuole attendere la fine del campionato per valutare:

  1. la posizione finale degli azzurri (e quindi cosa li attenderà nella prossima stagione)
  2. le intenzioni della società in base al risultato raggiunto quest'anno
Certo a noi farebbe più piacere che il tecnico azzurro dicesse chiaro e tondo che onorerà il contratto e resterà senza alcun dubbio, ma in controluce vanno tenuti in conto alcuni fattori che, nell'euforia degli eccezionali risultati azzurri, la maggior parte dei tifosi (e forse anche la società) non tiene in adeguata considerazione e acui invece Mazzarri sta sicuramente pensando:
  1. questa squadra, senza ritocchi e con l'impegno europeo (Europa League o Champions che sia) il prossimo anno avrà pochissime possibilità di poter ripetere o addirittura migliorare la stessa stagione di quest'anno: una squadra non abituata all'impegno europeo, specie di Champions, rischia di perdere moltissimi colpi in campionato, come hanno dimostrato nel corso degli ultimi anni, Sampdoria, Chievo e Lazio
  2. se ritocchi vi saranno, il Presidente continuerà a tener d'occhio il bilancio (e io sono d'accordo con lui) e rinforzerà la squadra nei limiti del bilancio a disposizione (diritti Champions compresi), tutt'al più ipotizzando una cessione molto remunerativa (alcune decine di milioni di euro) di uno dei pezzi pregiati per avere ulteriori risorse da reinvestire sul mercato in modo intelligente
Insomma: Mazzarri sa bene che quest'anno molte cose gli sono state perdonate perchè la squadra è arrivata ben oltre i suoi limiti, ma il prossimo anno la città si aspetterà un ulteriore miglioramento del terzo/secondo posto in un contesto in cui, con la probabile partecipazione alla Champions, sarebbe già un successo eccezionale (realisticamente, senza irrealistici voli pindarici) rimanere in zona Europea, cioè tra le prime cinque, quindi di nuovo in Champions o anche in Europa League.

Di qui la tentazione di "sfidare la sorte" prendendo una Juve più o meno ridotta come il Napoli ai tempi di Donadoni e ripetere il "miracolo azzurro" sulla panchina bianconera: una (altra) grande panchina di una grande decaduta tutta da ricostruire piuttosto che tentare di (ri)spremere uomini già spremuti all'estremo nell'ultimo anno e mezzo.

Siamo onesti, cari tifosi!  Capisco la delusione, ma in giro, infranto il sogno, ho sentito, non da tutti ma da molti, una rabbia come se DOVESSIMO vincere lo scudetto...è che quando cominci a prenderci gusto dimentichi da dove sei partito e perdi il senso della misura: io ho sognato, certo, ho sofferto per le ultime due sconfitte, tantissimo, ci sono rimasto di m****, assolutamente! Ma non considero un fallimento un secondo o un terzo posto e non mi aspetto che il prossimo anno, specie se faremo la Champions, miglioreremo automaticamente la posizione di quest'anno.

Ma quanti la penseranno come me il prossimo anno? Credo la minoranza dei tifosi e Mazzarri, che conosce bene il nostro ambiente, ha forse gli stessi miei timori.

Questo non significa che il Presidente non farà nulla per migliorare questa squadra o che Mazzarri andrà via al 100%, ma per me che lavoro in una grande azienda sono chiare le idee di De Laurentiis su come gestire la crescita ulteriore del Napoli e con quali criteri imprenditoriali e nel contempo non so se Mazzarri vorrà sfidare la sorte fino a questo punto pur certamente riconoscendo la serietà dei programmi del Presidente.

Purtroppo chi non lavora in un'azienda e ha ancora in mente il calcio del ventesimo secolo, forse non capirà mai, nonostante la "lezione" di un umiliante fallimento, che significa far crescere un'azienda come il Napoli rispettando parametri imprenditoriali moderni....e adesso mi riferisco ai tifosi, non a Mazzarri.

Ci provo con un esempio: quanto spendete per un cellulare? E quanto tempo lo usate prima di buttarlo o rivenderlo? Supponiamo che ne comprate uno, nuovo, bellissimo, costoso e lo pagate mettiamo 600 euro. 

Lo usate per un anno e poi vi innamorate di un nuovo modello che costa 700 euro e volete comprarlo.

Avete speso 600 euro per un cellulare e lo avete usato 12 mesi, pagandolo quindi, di fatto, circa 50 euro al mese: se siete bravi a rivenderlo, magari a 200 euro, la spesa mensile sarà scesa a circa 33 euro al mese.

E' chiaro che, se guadagnate 1000 euro al mese è un conto, se ne guadagnate 2500, potete affrontare queste spese con maggiore serenità.

Per acquistare un calciatore in una società moderna come il Napoli, attenta al bilancio e nell'ottica del Fair Play finanziario che sta per arrivare, bisogna fare più o meno gli stessi ragionamenti: 
  1. quanto mi può costare Inler tra cartellino (mettiamo 15 milioni) e ingaggio (mettiamo 1,5 netto, ossia 3 lordi)?
  2. quanti anni di contratto gli faccio? Cinque? E in questi cinque anni gli pago sempre lo stesso ingaggio o, come dovrebbe accadere, glielo aumento anno dopo anno?
  3. se oggi Inler ha 27 anni, potrei rivenderlo a 32 anni? A chi? A una grande o a una piccola? A quanto potrei venderlo a 32 anni? Avrebbe ancora mercato?
  4. in questi 5 anni prevedo di fatturare (incassare) come oggi? Più di oggi? O meno di oggi?
Nell'ipotesi che ho fatto, per una "operazione Inler" alle condizioni richieste dall'Udinese (e dal giocatore), dovrei ipotizzare un investimento complessivo di circa 35 milioni di euro da spalmare in 5 anni, quindi circa 7 milioni di euro ogni anno per cinque anni, soldi che non recupererei affatto in caso di cessione a fine quinquennio a  parametro zero o che potrei recuperare in minima parte nel caso di una cessione dopo aver magari rinnovato il contratto prima della scadenza dei 5 anni (cosa che di regola comporta comunque un innalzamento e mai una riduzione dell'ingaggio, vedi Cavani). 

Inoltre dovrei valutare i possibili ricavi da qui a cinque anni tenendo conto anche delle spese per eventuali maggiori ingaggi dovuti all'apprezzamento sul mercato dei giocatori attualmente in rosa e di quelli che dovrei comprare per allargare la rosa e renderla competitiva per un'alta classifica e un impegno europeo più o meno costante, ma tenendo conto delle enormi differenze di introiti che posso avere in questi anni se partecipo alla Champions o all'Europe League.

Vedete quanti ragionamenti deve fare un presidente che vuole gestire in modo saggio e moderno un'azienda? Il Milan del "Paperone" Berlusconi spende per ingaggi e cartellini lo sproposito di circa l'85% dei ricavi, laddove le squadre che in questo momento rappresentano in Europa un modello di equilibrio e risultati prestigiosi (cioè le tedesche come Bayern e Shalke)  si attestano su percentuali molto più basse (circa il 60%).

Il ventesimo secolo, amici miei, è finito e se ne sta rendendo conto anche Galliani che il prossimo anno non rinnoverà molti dei contratti eccellenti oggi a bilancio (Pirlo, Seedorf, ecc.) e che ha detto chiaramente che quelli che rimarranno dovranno ridurre le proprie pretese.

La mia azienda, una importante multinazionale delle telecomunicazioni, ha un'attenzione quotidiana e ossessiva ai costi di produzione, come tutte le aziende di tutti i settori che in questi anni di crisi sono riuscite (poche!) a sopravvivere e a continuare a generare utili.

De Laurentiis ha dimostrato in questi anni che, a differenza di altri presidenti, non vuole intascare soldi col calcio, ma vuole reinvestire ogni utile che il Napoli gli porta, ma vuole, per garantire al Napoli anni di prosperità e di successi, che la crescita della società azzurra avvenga di pari passo con la crescita del fatturato (incassi, TV, sponsor sempre pù prestigiosi e internazionali, merchandising, valorizzazione e potenziamento del settore giovanile e altre fonti di ricavo ad oggi inesplorate), sul solco tracciato già da tempo dai più grandi club internazionali.

Quindi cerchiamo di essere pazienti e diamo credito a una società che, pur commettendo anche degli errori, qui criticati e che continueremo a criticare con la stessa onestà intellettuale anche in futuro, ci ha ridato l'orgoglio e la gioia di urlare la nostra passione azzurra!

Sosteniamo i campioni che riusciremo a trattenere e quelli che verranno, ma anche i giovani su cui il Napoli continuerà giustamente a puntare: in fondo, quanto è corta la memoria!, tutti ridicolizzarono la società quando presentò Hamsik e il Pocho, oggi considerati, non solo da noi, campioni di livello internazionale...quindi abbiamo pazienza e fiducia: questa società potrà certamente sbagliare per inesperienza (come anche nel mercato di quest'anno, sia estivo che invernale), ma il metodo è giusto e i risultati sul campo stanno arrivando...quindi aspettiamo con serenità il futuro e ora pensiamo a sostenere questi ragazzi in queste ultime quattro giornate...con quanto fiato abbiamo in gola!

Forza ragazzi!!!

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