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sabato 30 aprile 2011

Tormenta ed estasi !

Guardi il calendario e leggi 30 aprile... guardi il cielo e sembra il 30 dicembre: una pioggia incessante, da quasi 24 ore, un freddo da lupi, un terreno di gioco zuppo d'acqua ma che mostra finalmente i frutti del lavoro radicale fatto la scorsa estate e descritto a suo tempo su questo blog.

Il Napoli trova diversi ostacoli sul suo cammino: squadra notoriamente leggera e quindi a poco agio su un terreno  così pesante, sfida i suoi limiti fisiologici in un momento della stagione in cui ha già mostrato la corda, specie a Palermo. In più il Genoa, rimaneggiatissimo senza il capitano Marco Rossi, infortunato, e senza Dainelli, Palacio e Milanetto, squalificati e che teoria dovrebbe avere motivazioni solo per il derby della prossima settimana, scende in campo invece motivato a fare bene e messo in campo in modo eccellente da Ballardini.

Gli azzurri fanno fatica a sfondare sulle fasce laterali, specie sul lato di Maggio, ma oltre alla bravura tattica di Ballardini, gli azzurri appaiono da un lato non al meglio delle proprie risorse fisiche e a volte lenti nello sviluppo della manovra, mentre in altri momenti, in cui finalmente riescono a sviluppare velocità e discrete trame di gioco, peccano in precisione e freddezza in qualche cambio di gioco, oppure nell'ultimo passaggio, o infine, specie col Pocho, nella lucidità al tiro.

Con un Cavani che nel primo tempo non riesce ma a tirare in porta e con un Lavezzi che invece è il più assiduo tiratore azzurro (lui che purtroppo troppo spesso litiga con il fondamentale del tiro a rete) è quindi "normale" che il primo tempo si chiuda 0 a 0, nonostante un discreto predominio territoriale.

Nella ripresa il Pocho subito tenta di aggredire di nuovo la partita con discese, serpentine sempre più pericolose e tiri ancora poco centrati.

La fatica però comincia a farsi sentire e arriva provvidenziale l'ingresso dei muscoli di Yebda, essenziali in un contesto "meteorologico" da nord Europa: le distanze tra i reparti crescono ed entrambe le squadre si allungano, ma il Genoa riesce (quasi) sempre a difendersi con ordine e, dove non riesce ad arrivarci con i difensori, ci pensa un grandissimo Eduardo che sembra tornato ai fasti del mondiale sudafricano, che lo ha fatto conoscere al mondo come portiere di primo livello.

I tiri di Cavani, i cross in area di Maggio e soprattutto Dossena, i colpi di testa di Yebda, tutto quello che passa dalle sue parti diventa preda di Eduardo e ciò provoca scoramento negli azzurri e nel pubblico.

Quando Aronica mette dalla tre quarti un cross che sembra del tutto innocuo, la spizzata di Cavani, che pare altrettanto innocua, apre però un'autostrada nella quale finalmente Hamsik si butta con un inserimento e una conclusione degni della sua classe e finalmente la porta di Eduardo viene violata.

Esulta il pubblico, ma non De Laurentiis che si mantiene rigido come una sfinge fino al fischio finale, preceduto da un paio di brividi difensivi provocati da un paio di notevoli sbavature di un Gargano evidentemente esausto.

Una vittoria importante perchè viene a seguito di due sconfitte brucianti, di tonnellate di polemiche sul futuro della squadra e del tecnico, di una inopinata vittoria nerazzurra nei minuti di recupero a Cesena, che rendeva ancora più obbligatoria la vittoria di stasera e di una tormenta invernale fuori stagione che rende ancora più "eroica" la prestazione degli azzurri.

Ancora tre giornate che sembrano "eterne", con ormai il fardello di fatica di una stagione interminabile ma con il traguardo eccezionale che appare sempre più a portata di mano. Ancora tre giornate di lotta e di sacrifici...tenete duro ragazzi, ancora un po'...ci siamo quasi ...e intanto stasera abbiamo infranto un altro tabù!

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