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domenica 20 febbraio 2011

Con la lingua di fuori, ma con immenso orgoglio!

Una fatica immensa, con la lingua di fuori, con le torri del Catania, Bergessio, Morimoto, Maxi Lopez a saltare come forsennati, a fare a sportellate con una difesa compromessa dalle difficoltà fisiche e dalle ingenuità di Santacroce e che riesce, con l'esperienza di Cannavaro, Aronica e De Sanctis a tenere, ancora una volta, la porta inviolata.

Si vede subito che la serata è difficile: dopo le fatiche infrasettimananli, dopo lo scandalo della sentenza Lavezzi, dopo i gol rubati nel week end da Inter e Milan, con la pressione di dover vincere a tutti i costi contro un avversario sulla carta inferiore, dopo 6 minuti trema il palo alla destra di De Sanctis a portiere battuto e dopo meno di 10 minuti Cavani ha già appoggiato sul palo esterno ad Andujar battuto un rigore concesso per fallo su Sosa trattenuto da Marchese.

Sembra una serata tutta contro gli azzurri. Il Napoli, senza le fiammate del Pocho e con la fatica della partita infrasettimanale, come era prevedibile offre un ritmo molto più basso rispetto al suo potenziale. Solo di tanto in tanto, con lunghissimi cambi di gioco offerti da Cannavaro, si riesce ad innescare la progressione di Maggio, mentre per il resto si gioca con poco movimento senza palla e con una asfissiante protezione difensiva del Catania in tutte le zone del campo.

Molti uomini appaiono stanchi e con poche idee: a parte Maggio, solo Zuniga, gol a parte, offre di tanto in tanto qualche fiammata, ma la squadra non riesce proprio ad accendersi.

La parte migliore del match si vede nella prima metà della ripresa, con la crescita vertiginosa di Hamsik che suona la carica con uno splendido tiro da fuori appena iniziata la ripresa e cuce con grande continuità il gioco. Con Hamsik che cresce di giri ne beneficia il ritmo della squadra che per alcuni minuti dà la sensazione di poter affondare e chiudere il match.

Poi Simeone mette in campo tutte le torri offensive a sua disposizione e gli azzurri cominciano a calare fisicamente: i centrali difensivi soffrono i continui palloni che piovono in avanti a a scavalcare il centrocampo perchè i mediani azzurri vengono scavalcati dal fulcro dell'azione e non riescono a rubare palla con continuità e perchè gli avanti etnei creano superiorità sulle palle alte rispetto ai centrali tant'è che prima Zuniga, poi Dossena e infine Maggio (per i guai fisici di Santacroce) arretrano sulla linea dei difensori e la squadra praticamente non riparte più.

Si creano situazioni quasi di panico in area azzurra, spesso con più di un uomo libero davanti a De Sanctis che un paio di volte blocca conclusioni da fuori e un paio di volte strappa il pallone dai piedi degli attaccanti del Catania.

Il fischio finale di Gava appare una liberazione e la vittoria tiene gli azzurri in una posizione di classifica totalmente impensabile ad inizio stagione: il Napoli va a Milano, alla 27a giornata, con la possibilità teorica di raggiungere il Milan in testa alla classifica...e chi l'avrebbe mai detto?

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