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lunedì 21 febbraio 2011

Gioco di mano, (fuori)gioco di Milano...

E' vero che il tifo per la tua squadra del cuore tira fuori la parte più bambina del tuo cuore, ma questo dato di fatto non autorizza i dirigenti del calcio italiano a prendere in giro i tifosi, soprattutto quelli che non fanno parte del "club delle maglie a strisce" (indovinate quali?)

Questa mattina ad esempio il capo degli arbitri, Braschi, si è distinto per le solite ormai stucchevoli dichiarazioni che negli intenti di dirigenti stolti e miopi come lui dovrebbero salvaguardare e al limite aumentare l'autorevolezza e il prestigio della classe che egli rappresenta, ma che alla fine, con le solite ridicole argomentazioni sistematicamente contraddette dai fatti e direi dalla realtà non tanto del mondo del calcio quanto proprio della vita umana su questa terra, non fanno altro che diminuire ulteriormente quel poco di credibilità rimasta dopo gli scandali che periodicamente non ieri, ma nella storia del calcio italiano hanno sempre contraddetto certi ormai infantili luoghi comuni.

Braschi ha osato riaffermare l'inaffermabile e cioè che la questione della sudditanza psicologica degli arbitri sarebbe una questione obsoleta, tanto obsoleta che, guarda caso, all'approssimarsi dello sprint finale si fanno sempre più evidenti certi "errori" che, sempre guarda caso, nelle sfide tra grandi e piccole, determinano (guarda caso) vantaggi rilevanti, se non spesso decisivi per rendere un po' meno alti certi ostacoli.

L'ultimo week end è stato clamoroso in tal senso: due squadre con magliette a strisce (guardacaso di una grande città del nord, ma è senz'altro un caso!) si sono ritrovate due punti in più a testa (parità di trattamento, mi pare giusto!) di fronte ad ostacoli altrimenti insormontabili vista la pochezza tecnica espressa dalle suddette che i tornei europei a cui esse partecipano stanno spietatamente mostrando.

Ancora oggi, dopo Calciopoli, Passaportopoli, Moggiopoli, Scommessopoli, Monopoli, Vicolo Stretto e Parco della Vittoria, c'è ancora chi, tra i dirigenti, tra i giornalisti e gli opinionisti, si ostina ad affermare le solite menate tipiche delle donne di facili costumi ( altrimenti dette: puttanate ). Esempi:
  • la palla è rotonda
  • la sudditanza psicologica non esiste
  • gli arbitri sono tutti imparziali e in buona fede
  • a fine campionato errori a favore ed errori contro si compensano!!! (puahhhhh, ah ah ah ah ah, mi scombiscio!!!...ma mi faccia il piacere, se ne vadaaaa!!!)
  • ecc. ecc.
Allora, sia ben chiaro! E' giusto guardare prima di tutto agli errori, ai limiti della propria squadra e centrare la parte più importante di un impianto critico che abbia ad oggetto una partita di calcio o un torneo sulla bontà o meno del lavoro che svolge la propria squadra del cuore, dal Presidente al magazziniere e individuare gli aspetti che favoriscono o impediscono il raggiungimento di certi risultati...e questo blog, caro Braschi, ne è una dimostrazione quotidiana da ormai quasi due anni!

La Roma, per fare un esempio, non potrà mai appellarsi a questo o quell'errore arbitrale quando si presenta in campo come contro il Napoli o come ieri a Marassi contro il Genoa! In quella situazione ci sono responsabilità colossali che inchiodano tutto l'ambiente e quindi invocare eventuali torti arbitrali costituirebbe la classica foglia di fico per coprire vergogne indifendibili.

Il problema, grosso, atavico e per nulla risolto perchè non c'è una vera volontà di risolverlo fino a oggi, si determina quando sul campo si affrontano due squadre che si battono al meglio delle loro possibilità e l'equilibrio in campo viene rotto da una o più decisioni che, guarda caso, nella stragrande maggioranza dei casi, avvantaggiano la squadra con maggior, diciamo così, blasone.

Ma ricordate l'inferno che ha passato il povero Russo di Nola ad inizio stagione per aver "osato" commettere errori a favore del Cesena nientedimeno contro il Milan di sua maestà Bunga Bunga Primo?

Il poveretto, autore invero di una prestazione invereconda, ma, almeno, per una volta in questo secolo, a favore della squadra più debole, è stato oggetto di strali che ricordavano il famoso "trattamento Boffo", quello che, per i meno attenti, il Giornale (del fratello del suddetto monarca) riservò al direttore del giornale cattolico "Avvenire" che aveva osato "lamentarsi" in modo assolutamente civile dei costumi non proprio morigerati della suddetta maestà, tanto da obbligarlo alle dimissioni.

Che Russo di Nola rientri tra gli arbitri, diciamo così, meno "dotati" è un fatto comprovato anche da successive sue direzioni di gara, ma mentre nella prima fase di campionato si sono visti errori distribuiti in modo più omogeneo tra le varie partecipanti (anche se, guarda caso, un'associazione dei consumatori ha evidenziato che già alla fine del girone d'andata Napoli e Palermo era state molto più danneggiate di, guarda caso, Inter e Milan), nelle ultime giornate, complice anche un altro feroce attacco stavolta sferrato dalla Juve, gli errori si stanno pericolosamente concentrando, guarda caso, a favore di ...indovinate un po'?

Ora, mi domando, caro Braschi, i suoi arbitri sono umanoidi? Sono cyborg? Sono robot? Li fanno in Cina con lo stampino e poi ci mettono sopra il marchio UE? Nonostante il "Superman Braschi" (che già quando arbitrava mostrava quel ghigno insopportabile e arrogante della serie "So tutto io e voi non sapete un cazzo!") ci voglia convincere di ciò a me risulta che siano essere umani.

E allora , mi domando dopo averlo già fatto anche gli scorsi anni (evidentemente sono abbastanza cretino in materia): "Caro signor Braschi, se i suoi ragazzi sono esseri umani, non le risulta che in ogni settore della vita le persone usano una certa (chiamiamola così) deferenza verso alcuni e non verso altri?"

O i suoi ragazzi, caro Braschi, sono esseri asessuati, impertubabili, impermeabili, infaticabili, indistruttibili, invulnerabili, forgiati nel mondo iperuranico di impostazione platonica e quindi talmente perfetti, tanto da arbitrare sempre ed in ogni circostanza nella massima serenità d'animo possibile, quasi come atarassici santoni indiani?

Mi dice come fanno? La prego, signor Braschi... Non so lei ma io, per quanto cerchi tutti i giorni di dare il meglio di me, beh, lo devo confessare...con tutto che amo il mio lavoro e non lo cambierei per nulla al mondo, qualche volta c'ho due coglioni cosììì!!! Certo poi mi contengo, cerco di essere professionale al massimo, ma, sa com'è! A volte comunque sbaglio... e non le dico i disastri che io e i miei colleghi rischiamo di combinare quando, presi appunto dall'ansia del timore reverenziale (ma guarda!) cerchiamo di far fronte, con l'ansia che ci prende in questi casi, alle richieste che vengono dai nostri capi più importanti...pensi lei!!!

Ma è una dinamica, la nostra, che risulta agli studiosi che approfondiscono questi temi, del tutto connaturata e comune nelle organizzazioni lavorative che, esattamente come quella che lei presiede, sono improntate a una forte componente gerarchica.

E allora, caro Braschi, perchè continua a raccontarci favole da un mondo che non esiste??? Perchè, dopo oltre 30 anni che seguo il calcio e ne ho viste di tutti i colori, lei ha ancora la faccia di bronzo di venirmi a raccontare un mondo irreale fatto di cavalieri senza macchia e senza paura?

Finiamola con queste stronzate! Ammettiamo che nel mondo del calcio,come in ogni altra organizzazione umana, ci sono quelli bravi e quelli meno bravi, gli stupidi e gli intelligenti, gli onesti e i disonesti, i forti e i deboli e che anche l'organizzazione che lei dirige è umana e, in quanto tale, fallibile!

Mi aspetterei di sentire che avete "qualche" problema di condizionamento, mi aspetterei di sentire "se e come" volete lavorare su questo problema per, se non eliminarlo, quantomeno limitarne i danni (sempre che lo vogliate davvero), mi aspetterei di sentire proposte di riforma dell'organizzazione arbitrale tale da assicurarne, come in altri paesi sportivamente più evoluti del nostro, una maggiore indipendenza e impermeabilità ai voleri dei grandi club che NOI con i NOSTRI soldi contribuiamo a finanziare.

Io non sono tra quelle anime candide che si scandalizzano sentendo parlare di scandali, perchè o è gente, in buonafede, che ha la maturità di un bambino di quattro anni e crede evidentemente anche a Babbo Natale, oppure è gente scaltra a cui conviene abbindolare i cervelli dei tifosi urlando sdegnosamente o sussurrando con la boccuccia a cul di gallina (ah, Travaglio!) che "il calcio è pulito...non può essere sporco, sennò sarebbe meglio chiudere tutto e andare tutti a casa".

Il calcio è, come ogni attività umana, fatta di purezza d'animo e corruzione, incapacità e abilità e il compito nostro non è quello di mettere la testa sotto la sabbia o fare le boccacce tenendo gli occhi chiusi e le orecchie tappate, ma, da adulti che vogliono conservare il più puro possibile il loro giocattolo di bambini, vigilare su quello che accade e denunciare e non farsi offendere nella propria intelligenza.

Caro Braschi, la smetta di dire "tutto bene madama la marchesa!": il suo gruppo ha elementi di valore (cito Valeri e Tagliavento su tutti), ma anche elementi che purtroppo si espongono a figure a dir poco invereconde: il problema è evitare lo scempio di dover vedere nella stessa partita due regolamenti, uno a misura delle grandi squadre e uno a misura delle piccole.

Finalmente quest'anno abbiamo un torneo equilibrato e avvincente: non le si chiede la perfezione assoluta, ma almeno i suoi uomini ci facciano vedere che un fuorigioco è dubbio per una grande e per una piccola allo stesso modo e che il petto dei giocatori delle squadre milanesi è ampio come quello di tutti gli altri giocatori del campionato.

Io, anche se ho dei dubbi, non scendo e non mollo, caro Braschi...io resto, lotto e combatto per un calcio migliore...con i suoi errori, certo, ma non sospettosamente a senso unico!

Grazie!
Firmato: un tifoso onesto!

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